Smilingsasha *** Blog dedicato a Sasha Alexander

*** TEAM SASHA International News – Italiano *** sashaalexander.net


Intervista The Hollywood Reporter – 21/03/2016

Il debutto alla regia di Sasha Alexander, star di “Rizzoli & Isles”, durante l’ultima stagione “dolceamara” della serie (Esclusivo)

21/03/2016 – 9:00 am PDT

Di Kate Stanhope

“Avremo la possibilità di fare un sacco di cose che ho sempre desiderato fare, ma per le quali finora non vi è stata occasione,” svela l’attrice a THR parlando dell’ultima stagione della serie drama della TNT.

Sasha Alexander sta per depennare un importante punto della sua lista di cose fare con la settima e ultima stagione di Rizzoli & Isles, presto sugli schermi. The Hollywood Reporter rivela in esclusiva che l’attrice farà il suo debutto alla regia con il 10° episodio dell’ultima stagione (che avrà 13 episodi) della serie drama della TNT.

“Non mi sento intimorita. Mi sento eccitata per la collaborazione,” dice Alexander a THR. “Sento di avere davvero un bellissimo team su cui contare”.

Sebbene questa sia ufficialmente la sua prima volta sulla sedia da regista, in realtà non è cosa nuova per l’attrice, laureatasi in produzione cinematografica alla USC School of Cinematics Arts (Ndt *). In attesa di girare l’episodio, Alexander ha parlato con THR del perché fosse arrivato il momento giusto per mettersi dietro la cinepresa, della “politica della rete” alla base della decisione di concludere questa serie di successo e del “giusto commiato” in serbo per i fan.

All’università hai studiato per diventare regista. Come mai hai aspettato così tanto prima di dirigere? Perché è proprio ora il momento giusto?

È una buona domanda. Prima di andare a scuola di cinema, recitavo. Semplicemente me ne appassionai e iniziai ad amare recitare. Riguardo al dirigere, credo che pensassi che tutti i registi che davvero ammiravo fossero maturi. (Risata.) E sentivo come se volessi davvero saperne di più non solo della vita, ma anche vivere l’esperienza di essere sul set, lavorare con tutta la squadra; e lavorare in una serie televisiva per così tanto tempo ti consente di apprendere tutto ciò. È sempre stato qualcosa di cui ho parlato ma senza mai andare fino in fondo. Sul set di R&I, è da qualche anno che ne parliamo.

Ma in passato, Lesli Linka Glatter fu una delle prime registe donna con cui lavorai e Lesli mi sussurrava sempre all’orecchio “Dovresti proprio farlo. Dovresti proprio farlo.” La ammiravo così tanto. Credo proprio fosse solo una questione di tempismo e maturità. È davvero difficile quando reciti in una serie… essenzialmente ti devono tagliare fuori da quell’episodio per consentirti di dirigerlo. Ci vogliono sei settimane di lavoro e se ogni giorno tu sei davanti la cinepresa, bisogna necessariamente muoversi in maniera diversa per riuscirci.

Dato che è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che hai diretto, c’è qualcosa che stai ripassando prima di passare dietro la telecamera?

No, ma sono sposata con un regista, quindi il solo fatto di stare con lui ogni notte seduti nel nostro letto a guardare film e la televisione mi tiene allenata. (Risata.) O per lo meno mi ha aiutato a guardare le cose in quell’ottica e a soffermarmi sulle scene. Ma credo che quello che devo veramente rispolverare siano tutti gli aspetti tecnici della cinepresa. Oggigiorno si lavora con cineprese nuove, diverse da quelle che utilizzavo quando studiavo. Quindi dovrò sicuramente affidarmi ai miei cameraman affinché mi insegnino man mano che procediamo. In televisione, ovviamente, non riparti da zero in ogni episodio; vi è un certo stile a cui bisogna attenersi, quindi – da questo punto di vista – non posso allontanarmi dalle linee guida della serie.

Qual è il consiglio più importante che ti ha dato tuo marito o Lesli per dirigere l’episodio?

Il consiglio di Lesli riguarda in primis la preparazione e guardare ciascun episodio individualmente in termini della storia che stai raccontando. Dopodiché esaminarlo attentamente e trovare delle riprese che non sono mai state fatte prima e particolari e modi interessanti di riprendere i personaggi. Da attrice, sono entusiasta di potere scoprire nuovi modi di riprendere i miei colleghi che non ho mai visto prima o che avrei voluto vedere. Ciascuno di noi ha una propria visione delle cose.

Tu e Lesli come siete diventate così intime? Quanta influenza credi lei possa avere ora sul tuo modo di dirigere?

Semplicemente si creò un legame tra noi quando mi diresse. Il suo spirito e la sua energia e il modo in cui lavorava con gli attori era qualcosa di molto familiare per me e ho da subito sentito che ci trovavamo. Lavorammo insieme nella serie di John Wells chiamata Presidio Med quando ero ventenne e ci siamo sempre tenute in contatto. Sapevo che un giorno, quando mi sarei messa a dirigere, lei sarebbe stata la prima che avrei chiamato per dirle “OK, di cosa possiamo parlare? Cosa devo sapere?”

Da attrice in tv, posso dire che una delle cose che le persone non si rendono conto che la personalità e l’energia del regista è come vitale per quello che stiamo facendo. I registi arrivano su set a metà di una stagione quando tutti sono stanchi, e se sono loro sono stanchi, le molecole in una stanza non cambiano. Ma se loro sono pieni di idee e di energia e di modi innovativi di guardare le cose che noi potremmo non aver visto, sono proprio loro, i registi, a rendere l’intera esperienza diversa per noi. Per me Lesli è una di quelle persone che fa proprio questo. È il tipo di persona per la quale pensai “Se mai dirigerò, voglio farlo come lo fa lei.”

Ora che state girando l’ultima stagione, com’è ritrovarsi a filmare questi ultimi episodi e prepararsi a dire addio alla serie?

La cosa bella della televisione è che sì, è triste che una serie arrivi alla fine, ma allo stesso tempo è bello perché continua a vivere. Ora siamo in syndication (Ndt: **), quindi la serie continuerà ad essere trasmessa ed essere vista da sempre più persone negli anni a venire. E questo ti fa avvicinare sempre di più alla gente. Stessa cosa è avvenuta per altre serie a cui ho preso parte, da Dawson’s Creek a NCIS ed altre che davvero continuano a vivere nello zeitgeist della televisione; e penso che R&I sia una di queste. Le serie con cui sono cresciuta – come Cagney and Lacey e Three’s Company (Ndt: in Italia Tre cuori in affitto) – furono davvero una parte importante della mia crescita e penso che Rizzoli & Isles sia stata tale per un sacco di persone che hanno iniziato a seguirci e che sono rimaste con noi. Siamo stati davvero fortunati ad andare in onda per così lungo tempo e per questo ne sono molto grata. Penso che qualsiasi cosa che stia per finire porti sempre della tristezza ma, al contempo, rappresenta l’inizio di qualcosa di nuovo. È sempre un momento dolceamaro.

CYIyfDRWsAQfWap

Parlando dei fan, la serie continua a fare ottimi ascolti. Quando avete saputo che questa sarebbe stata l’ultima stagione? Fu una sorpresa?

Lo sospettavamo ma non ce lo avevano comunicato ufficialmente. I nostri contratti duravano fino a quest’anno. Ci sono stati dei cambiamenti alla TNT riguardo a come stanno brandizzando la nuova rete e la strada da seguire. È così difficile dire, specialmente di questi tempi, dove le serie passano ad altre reti e via dicendo. Lo annunciarono. Lo resero pubblico. Noi non lo sapevamo ufficialmente e dopo lo annunciarono e questo è un po’ il modo in cui vanno le cose, no? Penso che in televisione qualche volta non si sappia nemmeno se ci sarà un’altra stagione e ciò ha così tanto a che fare con la politica della rete ed altro ancora, in alcuni casi molto di più che la serie in sé.

Saresti stata disponibile a fare a più stagioni se la serie fosse stata presa da un’altra rete? Come tu stessa hai detto, è una cosa che oggigiorno avviene sempre più frequentemente.

Non lo so. Dipenderebbe sicuramente dall’accordo e se la cosa avesse senso. Ho anche recitato nelle ultime due stagioni di Shameless, ho intenzione di interpretare ruoli diversi; ma ciò non significa che avrei detto no. Credo dipenderebbe fondamentalmente dalla situazione dato che in alcuni casi una serie è passata ad un’altra rete ma hanno anche trasferito il set a Vancouver; quindi non è detto che la serie semplicemente continui senza nessun cambiamento. Questo è stato un lavoro assolutamente eccezionale perché si trova a L.A. e ho dei figli e quindi è stato per me l’ideale; ma la cosa interessante è anche che cominci facendo un pilot e poi hai un ingaggio per sei anni o sette anni della tua vita, e non ci sono molti lavori come questo. Persino nell’esercito, ogni due anni ti fanno cambiare caserma. (Risata.) Andare in onda per ben sette anni è così raro e penso che bisogna apprezzare il momento finché dura e capire quando è giunto il momento di andare avanti. … Per lo meno stiamo concludendo ancora sulla cresta dell’onda. È davvero un peccato quando si vedono delle serie che sono in onda da così tanto tempo da darti l’impressione che abbiano ormai esaurito ogni possibile storia da raccontare, e ritengo che questo a noi non sia successo.

Hai notato finora delle differenze nel tono in questa ultima stagione? Vi è più serializzazione o ci sono altre differenze rispetto agli episodi passati?

Penso che Jan Nash [la showrunner] stia fondamentalmente approcciando questo ultimo anno con molto amore e gioia in termini di analisi di questi personaggi e di quello che il futuro riserva loro. Parlando della Dr.ssa Isles, posso dire in prima persona che guarda a: Qual è la cosa che la identifica? Cosa accadrebbe se quella cosa le fosse portata via? Che persona sarebbe? In che fase della vita si ritroverebbe? Quando la serie sarà giunta alla fine, credo tutto verrà ricondotto alla relazione tra questi personaggi, tra Jane e Maura, e quale sarà la loro strada? Le esperienze che hanno vissuto, dove le porteranno? … in questa ultima stagione si cercherà di capire come queste due donne – che sono indipendenti, che non sono sposate e non hanno figli e che sono state molto dedite al lavoro – reagiranno a quello che il futuro riserva loro e come si sentono a riguardo.

Faremo un sacco di cose che ho sempre voluto fare durante la serie ma per le quali non vi è stata occasione. Cose come tirare di scherma, ho sempre pensato che Maura tirasse di scherma ma per qualche ragione non è mai accaduto.

L’ideatrice della serie, Janet Tamaro, ha lasciato il posto qualche stagione fa. Sai se ritornerà per aiutare a scrivere il finale?

Non lo so. Non ho sentito niente a riguardo.

Da quello che hai sentito finora riguardo la fine, pensi che i fan rimarranno contenti di come le cose andranno a finire per le due protagoniste?

Non lo so. Spero di sì. Penso che la verità sia che ogni qualvolta in una serie si cambia il direttore creativo, la serie stessa cambia. Janet fece un certo tipo di show per quattro anni e Jan ha poi continuato, ma la serie ovviamente si evolve e si evolve anche con il passare del tempo. Sono certa che Jan andrà sicuramente a fondo e darà ai fan quello che ritengo sarebbe il giusto commiato da queste donne. Non ho ancora ricevuto nessuno script, quindi non posso dirlo con certezza ma penso sarà così. … penso che esaminerà a fondo questa ultima stagione e che, con la sua grande umanità, realizzerà ciò che ritiene essere la giusta strada per Jane e Maura.

Dopo un’esperienza in una serie di lunga durata, sapresti dirmi che tipo di ruolo vorresti fare? O cosa non vorresti fare? Come ci si sente a prepararsi per qualcosa di nuovo?

Le cose [ora] sono completamente cambiate rispetto a quando iniziai a fare i primi passi in questo lavoro e alla strada che volevo percorrere. Voglio lavorare con persone davvero brillanti, con le quali raccontare storie che sono per me brillanti e interessanti e provocatorie e diverse. Proprio ora la televisione ci offre una magnifica opportunità di essere innovativi. … Amo la commedia. Sarebbe per me un sogno recitare in una serie come Veep o qualcosa di simile, che reputo brillante e molto divertente e alla cui guida vi è un grande personaggio femminile. Sto sviluppando alcuni progetti che comporterebbero la loro stessa produzione. Ci sto lavorando.

Rizzoli & Isles torna con l’ultima stagione prossimamente quest’anno.

********

NOTE:

(*) University of Southern California – School of Cinematic Arts Tra le più longeve università di cinema, sin dalla nascita ha accostato ad una didattica di alto livello la possibilità di fare stage sul campo grazie alla stretta collaborazione con alcuni tra i migliori registi del panorama cinematografico mondiale. Non a caso il “The Princeton Review” ha nominato la scuola di cinema come la più prestigiosa al mondo.

(**) Il termine syndication (in italiano “sindacazione” o “consorzio”) indica, nella diffusione radiotelevisiva, la vendita dei diritti di trasmissione di programmi radio e televisivi a singole emittenti televisive locali, senza passare attraverso una rete di emittenti televisive nazionali. Negli Stati Uniti, con tale termine si intende generalmente la vendita di una serie televisiva trasmessa in prima visione dai network nazionali (nel nostro caso la TNT) a consorzi di piccoli network locali affinché possano ritrasmetterla in replica.

 

Traduzione libera

Fonte  www.hollywoodreporter.com